Cos'è la Psicogenealogia
20 set 2021ANALISI TRANSGENERAZIONALE
La parola psicogenealogia pare sia stata usata per la prima volta da Alejandro Jodorowsky in un suo seminario di psicomagia.
Anne Ancelin l’ha utilizza per definire un metodo che, attraverso l’analisi della storia familiare su più generazioni, aiuta le persone a prendere coscienza delle ripetizioni di eventi simili che condizionano i discendenti.
In psicogenealogia si utilizza il genosociogramma (albero genealogico commentato): la persona disegna se stessa - un tondo se è donna, un quadrato se è uomo - poi i fratelli, i genitori, gli zii, i nonni, scrivendo accanto a ciascun simbolo: nome, date di nascita, di morte, matrimoni e altri eventi significativi.
Nell’albero psicogenealogico si scrive anche un sunto della storia di ogni individuo, le relazioni tra le persone della famiglia, e gli eventuali traumi subiti (guerre, lutti atroci o precoci, sradicamento, emigrazioni, ecc.) e alla fine si ottiene un grande romanzo grafico, ma anche narrativo, della famiglia.
È un lavoro di analisi, quindi si impegna la parte cosciente, l’emisfero sinistro del cervello (pensiero logico-razionale, legato al linguaggio) ma anche un lavoro emozionale che impegna l’emisfero destro, (pensiero analogico-intuitivo) con il disegno.
In occidente le persone sono educate a una cultura cartesiana: la razionalità viene insegnata già nelle primissime interelazioni con l’ambiente che circonda il bambino. Fa parte di noi stessi, non possiamo fare finta di essere altro.
Cosapevoli di questo fatto, senza demonizzare il pensiero razionale o quello intuitivo-emozionale, dobbiamo creare uno spazio che, come dice Jung, permetta all’inconscio di diventare consciente (è il lavoro che si fa anche con l’interpretazione dei sogni) per poter evolvere.
Jung ha ipotizzato l’esistenza di un inconscio collettivo nel quale sono “registrati” anche i ricordi dei nostri antenati: quello che propone la psicogenealogia è di fare emergere questi ricordi seppelliti nelle profondità del nostro inconscio.
Lo strumento principale è il genosogiogramma che permette, attraverso il disegno, di esprimere quello di cui siamo a conoscenza senza saperlo.
Per capire che cosa è accaduto nel passato degli antenati che si riproduce ancora nella vita dei discendenti con incidenti, difficoltà relazionali o economiche, fatti inspiegabili, ecc, bisogna contestualizzare la storia familiare, inserirla cioè in un contesto storico, economico, sociale che permetta di interpretare certi comportamenti.
Alcune ripetizioni che “leggiamo” nel genosociogramma, ci permettono di emettere delle ipotesi su quale trauma, evento non concluso, lutto non elaborato, ingiustizia patita o inflitta, abbia ancora la forza di ripetersi nella nostra vita per poi poter fare dagli atti simbolici che ci permettano di andare “oltre”.
Gli atti simbolici devono essere degli atti rituali – sappiamo che sin dalla notte dei tempi l’uomo ha usato i riti per calmare le proprie angosce – potenti ma alla portata di tutti: domandare alle persone di fare atti che non sono in grado di compiere, perché contro la loro morale o educazione, non serve al cambiamento, ma a creare delle resistenze che possono provocare regressione.
Quindi atti adatti a ciascuno: un uomo di teatro o una persona ecclettica forse può accettare di andare al “cimitero di notte, nudo con una piuma in mano” come ha proposto un allievo di Jodorowski, ma per le altre persone è una richiesta impossibile da attuare.
Dunque riti calibrati alla persona: le costellazioni psicogenealogiche in seduta individuale, che io propongo, permettono di fare degli atti simbolici e di verificare chi sono gli eventuali esclusi che, restando fuori dal sistema familiare, perturbano il sistema stesso obbligando uno o più membri a prendere il loro posto.
La psicogenealogia, analizzando il ruolo del bambino di sostituzione, le lealtà familiari che ci governano, le cripte e i fantasmi che nascono a causa di segreti innominati, ci aiuta a comprendere e a mettere “al di fuori di noi” quello che, restando nel non-detto, rischia di creare ripetizioni patologiche di generazione in generazione.
Le costellazioni psicogenealogiche permettono, una volta compreso che cosa è accaduto nel passato familiare che si trasmette ai discendenti contro il loro volere, di mettere in scena la famiglia nella generazione dove questi fatti sono accaduti, quindi anche nelle generazioni più lontane.
Propongo sedute individuali di psicogenealogia e costellazioni psicogenealogiche a Torino nel mio studio di via Gropello (vicino alla stazione di Porta Susa) e formazioni a Torino
Per informazioni:
maura.saita@libero.it
3409345394
IN USCITA NEL MESE DI SETTEMBRE 2021 il libro Psicogenealogia Junghiana. Storie di famiglia
"In questo libro Maura Saita Ravizza ci conduce in un’esplorazione guidata di storie di famiglia attraverso l’analisi di casi diversi atti a far comprendere le dinamiche sottostanti a situazioni che altrimenti parrebbero incomprensibili.
Lo sviluppo della psicogenealogia e, in particolar modo, della psicogenealogia junghiana, ha portato un grande contributo nel comprendere il ruolo che il passato delle generazioni che ci hanno preceduto ha nel condizionare la nostra esistenza.
Ha inoltre, la psicogenealogia, il grande pregio di usare strumenti semplici, come il “genogramma” che, se usati da esperti, consentono da un punto di vista clinico e psicologico di raggiungere risultati entusiasmanti in brevissimo tempo: cosa che un approccio classico più tradizionale non riesce a fare.
Inoltre, l’autrice ci propone due elementi in più, non così usuali.
Il primo è l’aver inserito una grandissima quantità di “schede” che consentono al lettore di comprendere con estrema chiarezza ciò che sta leggendo, sia inquadrando da un punto di vista storico molte situazioni, sia andando a chiarire alcuni concetti che altrimenti potrebbero risultare incomprensibili ai non addetti ai lavori.
Il secondo, a dimostrazione della sua grande generosità, è di aver condiviso con il lettore alcuni importanti strumenti di lavoro come le “visualizzazioni guidate” che, solitamente, i terapeuti custodiscono gelosamente".
Giancarlo Caselli